Ottimo inizio con una serata di arte e di preghiera. Tante persone e tanti applausi per la prima iniziativa di Controvento. Venerdì 18 ottobre si è tenuto infatti il concerto  “Arie sacre marchigiane per celebrare San Luca” organizzato in occasione della festa di San Luca patrono dei medici, in collaborazione con l’Associazione Beniamino Gigli di Recanati e con il prezioso patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Macerata dall’ENAC Ente Nazionale Associazioni Culturali.

Prima dell’inizio del concerto il dott. Mariano Mari, presidente dell’Ordine dei Medici di Macerata ha preso la parola per introdurre la figura del medico e per mettere le basi per una proficua collaborazione con l’associazione. Al suo intervento è seguito quello di Don Paolo Volpe, consigliere di Controvento, che ha tracciato un breve ritratto di San Luca Evangelista, che prima di mettersi al seguito di San Paolo, esercitava la professione di medico e per questo è stato scelto per proteggere questa importantissima categoria di professionisti.

 

Protagonisti della serata è stato il Duo Belcanto Italiano con  il soprano Astrea Amaduzzi e il maestro Mattia Peli al pianoforte. Sono state eseguite arie di Pergolesi, Spontini, Persiani e Rossini. Astrea Amaduzzi  è ormai recanatese di adozioni per quanto ama la nostra città e in particolare Beniamino Gigli. Nata a Teramo nel 1971, questa raffinata cantante eccelle particolarmente nel repertorio belcantistico e nella musica barocca. Ha studiato flauto traverso ed ha conseguito il  diploma in canto lirico e la laurea in Discipline Musicali in Musica da Camera.  Si è perfezionata con Leone Magiera, Pianista accompagnatore e Direttore d’orchestra preferito di Pavarotti, ma anche con Claudio Desderi, Biancamaria Casoni, Barbara Demaio ed il mio carissimo amico compianto Enzo Dara.  Nel 2001 ha iniziato la sua carriera come cantante e strumentista e non si è più fermata! E’ Direttrice e docente dell’Accademia Nazionale di Belcanto Italiano ® nelle sedi di Alessandria, Avignone e Praga, e da oggi Recanati! Dal 2015 è docente presso il “Centro Internazionale di Studi per il Belcanto Italiano Beniamino e Rina Gigli” di Recanati

I modi per definire il maestro Mattia Peli possono essere molti: studioso attento, artista poliedrico, ricercatore puntiglioso, pianista appassionato.

Nato a Parma è diplomato in Violino ma ha studiato anche pianoforte, composizione e direzione d’orchestra.  Ha diretto in moltissimi teatri e molte orchestre importanti come la Filarmonica Marchigiana, l’Orchestra Giovanile Cherubini, ha tenuto molti concerti come pianista solista e in formazioni di musica da camera.

Il primo brano eseguito è stato il primo movimento di una delle antifone dedicata alla Vergine Maria composte da Giovanni Battista Pergolesi, il “Salve Regina” in la minore composto probabilmente nel 1730, quando ancora era studente a Napoli. In questo brano vocale si nota, come nel resto della sua produzione, l’influenza della Scuola napoletana sul compositore di Jesi.
Da Pergolesi si è poi passati a Rossini con il Laudamus te, dalla “Messa di gloria” di Gioachino Rossini, del 1820. Composta stilisticamente come musica operistica ma su testo sacro, il Laudamus te è formato da due sezioni, il cantabile iniziale ricco di ornamentazioni e la brillante cabaletta alle parole “Glorificamus te” con la ripresa del tema che si presta alle variazioni personali dell’interprete che la va ad eseguire, come nel caso del soprano Astrea Amaduzzi che ha cantato le variazioni di sua creazione ma sempre basate sul materiale tematico originale, come era in uso fare nell’epoca del Bel Canto del periodo compreso tra il ‘700 e la prima metà dell’800.
La terza aria eseguita è  stata la Preghiera “O nume tutelar”, dall’opera “La vestale” di Gaspare Spontini, del 1805. La preghiera “O numer tutelar” è cantata da Julia, la vestale appunto, nel secondo atto dell’opera.  In questa straordinaria pagina operistica incontriamo tutta la delicatezza del ‘bel canto’ ed anche note acute, potenti e allo stesso tempo delicate.
Astra Amaduzzi ha concluso il concerto con la Cavatina di Abigaille, dall’oratorio “Abigaille” di Giuseppe Persiani (1826). L’aria risente ancora molto, nella scrittura compositiva, dell’influenza del Rossini. Si tratta di una musica, come per il resto dell’oratorio, composta nello stile operistico dell’epoca ma su testo di un libretto che racconta una storia biblica.
L’esecuzione è  avvenuta sulla base riduzione per soprano e pianoforte approntata dallo stesso maestro Peli a partire dal manoscritto della partitura orchestrale.  E anche in questa cabaletta ricca di agilità virtuosistiche, che porta la voce sopranile a muoversi in un’ampia estensione, dal do diesis centrale al si acuto, si sono potute  ascoltare nella ripresa del tema le variazioni personali del soprano belcantista Astrea Amaduzzi.
“In queste stanze ci sono tutte le cose che ci rappresentano, che rappresentano la nuova associazione e i valori in cui crediamo – ha detto il vice presidente Laura Borgognoni – C’è la statua di Maria Vergine, ci sono tanti libri che a leggerli si diventa liberi, ci sono gli strumenti per fare quella musica che da sempre accompagna la mia e, sono certa, anche la vostra vita di molti. Controvento è la sintesi di tutto questo. E’ un punto di incontro, un punto di partenza. Un luogo dove fare cultura, dove incontrarsi, dove stare insieme. Controvento perché ci piacciono le sfide e questo che viviamo è il tempo delle sfide.  Il vento non tira sempre dalla parte giusta e a volte, se non si è bravi marinai – ha continuato  – può condizionare la rotta. Noi invece la nostra rotta l’abbiamo bene in mente. E per seguire la giusta rotta, spesso si deve andare controvento. Astrea Amaduzzi è una cantante raffinata e una preziosa insegnante. La sua voce ha affrontato programma davvero originale che ha fatto meditare i presenti sull’importanza della musica nella preghiera e della preghiera in musica.Chi canta prega due volte, diceva Sant’Agostino – ha concluso – per noi questo è stato certo il modo migliore per inaugurare lo spazio culturale di Controvento”.